Curiosità sulle piante del Natale

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Curiosità sulle piante del Natale
A Natale le case vengono addobbate a festa e buona parte dell’atmosfera, dei colori e delle forme che rendono così speciali e caratteristici i nostri festeggiamenti sono merito delle piante

Grossi cesti di frutta fanno bella mostra sulle nostre tavole, riempiono la sala da pranzo di colore e di profumo come la fragranza di arance e mandarini e il dolce aroma del melograno.
Il re delle feste natalizie è senza dubbio l’albero di Natale, decorato con fiocchetti, nastrini, palline, secondo la fantasia e le tradizioni, ospita ai suoi piedi i regali di Natale. La “stella di Natale” illumina la stanza di intensi e brillanti colori rosso e verde delle sue foglie mentre troneggia sopra la porta d’ingresso il rametto di vischio. E chi ama le passeggiate in montagna potrà riconoscere le bellissime “rose di Natale” far capolino tra la neve, oltre agli arbusti di pungitopo e di agrifoglio dalle splendide bacche rosse e le foglie verde intenso.

 

L´abete, l´albero di Natale

Verso il secolo XI, nell´Europa dei Nord, sì diffuse l´uso di allestire rappresentazioni (sacre rappresentazioni o misteri) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia.
Nel periodo d´Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l´albero «della conoscenza del bene e del male» del giardino dell´Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti.
Da quell´antica tradizione si giunse via via all´albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia. L´abete di Natale assunse gradatamente anche un significato nuovo: venne a simboleggiare la figura di Gesù, il Salvatore che ha sconfitto le tenebre dei peccato; per questo motivo si è cominciato ad adornarlo di luci.

 

La stella di Natale

E´ una pianta fotoperiodica cioè è indotta a fiorire solamente quando si accorciano le giornate. Infatti è bene ricordare che la Stella di Natale tenuta in casa dall´anno precedente non va posta in luoghi dove possa ricevere luce artificiale. Verso ottobre-novembre deve essere collocata in ambiente poco luminoso per facilitare la crescita di nuove foglie rosse e di nuovi rami.

La pianta fiorita deve essere tenuta in ambiente luminoso, non teme la luce diretta del sole nel periodo invernale. Terminata la fioritura, la pianta fisiologicamente perderà parte delle foglie e in primavera si dovrà effettuare una potatura abbastanza vigorosa.

Si adatta ad ambienti ben riscaldati, con temperature non inferiori ai 14°C, come le nostre case.
Normalmente siamo abituati a vedere Stelle di Natale di piccole dimensioni ma non dimentichiamo che in natura possono superare i 2 m di altezza.

 

Il Vischio di Natale

Le antiche popolazioni nordiche la credevano una pianta caduta dal cielo. Davano molta importanza al vischio e infatti lo consideravano il simbolo dell´eternità e dell´immortalità.
Con il vischio così raccolto si preparavano pozioni capaci di guarire la sterilità e ogni altro male. La tradizione del vischio è stata facilmente adottata nella festa natalizia.
Il vischio è considerato un buon portafortuna anche dagli innamorati se si baciano sotto un ramoscello. L´usanza di baciarsi sotto il vischio è relativa ai poteri magici di fecondità della pianta.
Le corone preparate con il vischio venivano appese alle pareti di casa e sovrastava l´uscio di casa in modo da proteggere gli abitanti e ottenere l´armonia familiare.
Con le bacche e le cortecce si preparava la pania per gli uccelli. La pania è una sostanza appiccicosa, ricavata appunto da bacche e foglie di vischio sbattute con acqua e olio. In passato veniva spalmata sui graticci di canne e ramoscelli collocati in luoghi di passaggio o di ritrovo degli uccelli, allo scopo di catturarli.

la rosa di natale

Helleborus niger L. è spontaneo dei nostri boschi dove può raggiungere e superare i 2000 m di altitudine. Nei microclimi più favorevoli inizia a fiorire nel periodo natalizio.
La parola Helleborus deriva dal greco: è formata da due parole che significano "far morire" e "nutrimento" che uccide, in riferimento alle sostanze tossiche che contiene.
Questa pianta era nota fin dall´antichità per le proprietà medicinali, oggi è considerata pianta altamente tossica, infatti, provoca sintomi intestinali violenti, convulsioni, collassi.
Il poeta latino Orazio consigliava di recarsi per la cura della pazzia sull´isola di Anticipa, in cui cresceva l´elleboro. Gabriele D´Annunzio ne "La figlia di Iorio" lo ribadisce in chiave poetica: "Vammi in cerca dell´elleboro nero che il senno renda a questa creatura."

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Agrifoglio

Nei paesi nordici l’agrifoglio era considerato il Re dell’anno che volgeva alla fine. Rappresentava le preoccupazioni per i problemi domestici e donava protezione a tutta la famiglia. Con i suoi rami venivano intrecciate delle ghirlande per dare riparo agli spiriti buoni.
Ancora oggi è tradizione usare rametti di agrifoglio durante le feste natalizie.
Una leggenda narra che Baldur, figlio di Odino, cadde morto, trafitto da una freccia, sopra un cespuglio di agrifoglio così Odino ricoprì la pianta di bacche rosse in ricordo del sangue versato dal figlio.
Nell’alfabeto Ogham indica la direzione da seguire e aiuta a mantenere il giusto cammino. Dona fermezza e la capacità di cogliere al volo le occasioni.
Le foglie contengono tannini, rutina e ilicina, vengono usate tradizionalmente per la loro azione febbrifuga.

 

il Pungitopo

Il Ruscus aculeato (chiamato comunemente pungitopo, asparago pazzo, erba cocca o linguetta) nonostante l’aspetto aggressivo, è in realtà una pianta considerata bene augurante grazie alle molte capacità fitoterapiche che porta con sé.

Il nome "pungitopo", deriva dall´usanza contadina di proteggere le riserve alimentari dai topi con mazzetti di questa pianta.
I germogli, raccolti da marzo a maggio, hanno sapore simile a quello dell´asparago, vengono lessati e usati per la preparazione di insalate amare e minestre.

Inoltre, fin dai tempi antichi, le bacche rosse sono state associate alla ricchezza mentre la disposizione delle foglie difesa e la natura stessa della pianta, un sempre verde, alla sopravvivenza.
 

Muschio

Utilizzato per il presepe in quanto è facile da estrarre dal terreno e da mantenere nel lungo tempo. Adagiate quindi il muschio e ricordatevi di vaporizzare quotidianamente per mantenere il loro ambiente umido. Per mantenere il muschio fino all’anno prossimo e riutilizzarlo per il prossimo presepe non dovrete invece fare altro che posare le zolle di muschio su un foglio di giornale dove lasciarlo seccare per alcuni giorni.
Riponetelo quindi nelle scatole di cartone dividendole da un foglio di giornale: chiudete la scatola e dimenticatevene fino a quando non arriverà il momento di fare nuovamente il presepe.

 

Bucanevene

Il Galanthus appare a ciuffi nei punti in cui la neve si scioglie o è più sottile, resistendo per giorni e giorni all´inclemenza dell´inverno.
Anche intorno al bucaneve, che in antico era comunemente usato per i mazzi da sposa, fiorirono numerose leggende.
Presso i popoli slavi e i germani, il Galanthus era considerato un toccasana per le malattie polmonari e un infallibile amuleto per i neonati che vedevano la luce nella settimana fra Natale e Capodanno.

Il bucaneve è considerato il simbolo della vita e della speranza.

 

Corona d´avvento

L´uso della Corona d´Avvento è da collegarsi ad un´antica consuetudine germanico-precristiana, derivata dai riti pagani della luce, che si celebravano del mese di Yule (dicembre).
Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani divenendo un simbolo di questo periodo che precede il Natale.
La Corona d´Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o rametti di abete (il loro colore verde simboleggia la speranza, la vita) con quattro ceri.
Durante il Tempo di Avvento (quattro settimane) ogni domenica si accende un cero. Secondo una tradizione, ogni cero ha un suo significato: c´è il cero dei profeti, il cero di Betlemme, quello dei pastori e quello degli angeli. La corona può venire appoggiata su un ripiano o appesa al lampadario. L´accensione di ogni cero è accompagnata da un momento di preghiera. Si conclude con un canto alla Madre di Gesù.

 

 

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