2 febbraio: la Candelora

candelora 2 febbraio bugiardino artefiori genova

2 febbraio: la Candelora
la candelora

 

Nel mondo romano la Dea Februa (Giunone) veniva celebrata alle calende di febbraio. Nel calendario romano i mesi seguivano il ciclo della luna. Il primo giorno di ogni mese corrispondeva al novilunio (luna nuova) ed era chiamato “calende”, da cui deriva il nome “calendario”.

 

 

Era invece chiamata Imbolc nella tradizione celtica e segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce.
Nel Neopaganesimo Imbolc è uno degli otto sabba principali ed è legato alla purificazione ed ai riti propiziatori per la fertilità della terra.

Il 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù passo biblico, popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.

                              Presentazione al Tempio, Andrea Mantegna (1455)

 

 

La Candelora e l´inverno

« Delle cere la giornata
ti dimostra la vernata,
se vedrai pioggia minuta
la vernata fia compiuta,
ma se vedi sole chiaro
marzo fia come gennaro. »

La giornata delle Cere è il 2 febbraio, la festa della Candelora e della "Purificazione".

 

La Candelora e il vino

« Se per la Candelora il tempo è bello
molto più vino avremo che vinello. »

Il 2 febbraio è uno di quei giorni, dispiegati nel calendario, utili, in base alle credenze popolari, per trarre auspici per il futuro, per predire l´esito dei raccolti. In fondo, da un punto di vista tecnico-agricolo, è effettivamente importante che, in certe fasi dello sviluppo del grano e della vite, le condizioni meteorologiche siano favorevoli.

 

La Candelora, la pioggia e la neve

« Se nevica per la Candelora
sette volte la neve svola. »
« Se piôv par Zariôla
quaranta dè l´inveran in z´arnôva. »
(dialettale romagnolo)

("Se piove per la Candelora si rinnovano quaranta giorni d´inverno"). In questo caso, il proverbio romagnolo vuole evidenziare come la giornata della Candelora si trovi a metà strada tra il Natale e la metà di marzo, quindi non è impossibile che altri quaranta giorni di cattivo tempo possano trascorrere prima degli attesi spiragli primaverili.

 

la candelora, la pioggia ed il vento

« Pella´Andelora
se pioe o se gragnola
dell´inverno semo fora;
ma se sole o solicello
semo ancor in mezzo a i´verno. »

(dialettale toscano)

("Col giorno della Candelora dall´inverno siamo fuori; ma se piove o c´è vento, siamo ancora dentro l´inverno.")

 

La candelora e le uova

« De la Candelora
ogni aceddu fa la cova »

(dialettale salentino)

("Per la Candelora, se piove o se grandina, siamo usciti dall´inverno; ma se c´è il sole più o meno sereno, siamo ancora in mezzo all´inverno")

 

« Da Candalora, cu on avi carni
s´impigna a figghjiola »

(dialettale calabrese)

("Dalla Candelora ogni uccello fa le cova"). In questo caso il proverbio ci proietta verso Pasqua.