Attenzione all´oleandro!

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Attenzione all´oleandro!

Molte delle piante che coltiviamo in appartamento o sui balconi o ancora nei nostri giardini, seppur belle, possono essere tossiche o addirittura velenose se vengono ingerite. È importante quindi conoscerle per evitare a noi, e soprattutto ai nostri piccoli, brutte sorprese!


È uno dei fiori più affascinanti, ma attenzione al suo “lato oscuro”!
In passato non sono mancati poeti, pittori o musicisti che gli abbiano consacrato versi, “pennellate” o note per celebrare il fascino dell’oleandro. Ma lo sapevate che con questa pianta si può preparare un infuso mortale?

Da un´intervista alla dottoressa Franca Davanzo, Direttore del Centro Antiveleni dell´Ospedale Niguarda di Milano, sono emerse informazioni molto importanti.

 

Quali sono le parti più pericolose della pianta?
Tutta la pianta è tossica, in ogni sua parte, infatti, sono contenuti glicosidi cardioattivi (cardenolidi) capaci di alterare il ritmo cardiaco, causando aritmie di varia natura.

Quali sintomi sono tipici dell’intossicazione?
Generalmente, l’intossicazione si manifesta dapprima con episodi di vomito che spesso contribuiscono a ridurre l’assorbimento delle tossine. Seguono, a distanza di qualche ora, disturbi del ritmo cardiaco come bradicardia sinusale (rallentamento del battito) e aritmie ventricolari. Sebbene i glicosidi cardioattivi agiscano a basse concentrazioni e l’intossicazione sia potenzialmente mortale, questa, purché riconosciuta e trattata tempestivamente, si risolve senza esiti.

Sono mai arrivate richieste d’aiuto al vostro Centro per questo tipo di avvelenamento?
Solo in Lombardia in due anni sono stati registrati 40 casi. Sono stati coinvolti sia bambini sia adulti. Le modalità sono estremamente differenti: il bambino solitamente è attratto dal fiore o dalle foglie che porta alla bocca per assaggiare e raramente si verifica una grave intossicazione. Nell’adulto invece la causa di esposizione fa la differenza: se è accidentale, raramente possono comparire gravi sintomi, ma se è volontaria (vuoi per tentativo di suicidio o per dolo verso terzi) i sintomi possono essere molto gravi e si può verificare anche la morte.

Che cosa bisogna fare in caso di intossicazione?
Telefonare immediatamente al Centro Antiveleni che darà i consigli più opportuni relativamente al caso clinico. È disponibile un antidoto che somministrato in tempo utile, risolve l’intossicazione.

Bisogna prendere qualche precauzione particolare nel maneggiare questa pianta?
Dato che la pianta è tossica, non bisogna bruciarla o usare, per qualsiasi scopo, fiori, foglie, rametti, tronchi, o parte di essi e neppure l’acqua in cui è stato conservato il vegetale reciso. In passato non sono mancati casi in cui sono stati osservati lievi sintomi di intossicazione in seguito ad inalazione del fumo prodotto dalla legna di oleandro bruciata, o a causa di ingestione di spiedini preparati utilizzando come supporto i rametti di oleandro.te la nostra attenzione, dovesse capitare di ingerire parti di queste piante, è bene mettersi in contatto con il più vicino Centro Antiveleni.

 

 

Di seguito riportiamo un elenco che contiene solo alcune delle più comuni piante velenose:

Agrifoglio (Ilex aquifolium)
Sono tossiche sia le bacche (di colore rosso) sia le foglie. L´ingestione di pochi frutti (le drupe) può causare nausea, vomito, diarrea, sonnolenza, convulsioni.

Azalea (Azalea indica)
Le parti velenose sono le foglie. Può dare stomatite, vomito, diarrea, debolezza, deficit della vista, convulsioni e coma.

Belladonna (Atropa Belladonna L.)
Tutta la pianta è velenosa, in particolare le bacche. Dalla Belladonna si estrae l’atropina utilizzata come farmaco in ofmatologia (dilatazione delle pupille). Infatti, il suo nome ricorda l’uso che ne facevano le dame per rendere più affascinante lo sguardo. Una dose elevata causa disturbi a livello del sistema nervoso centrale.

Ciclamino (Cyclamen europeum)
Tutta la pianta (parti aeree, tuberi) è tossica. La linfa provoca irritazioni cutanee. L´ingestione può causare vomito e diarrea; si possono anche avere crisi convulsive.

Dieffenbachia (Dieffenbachia spp.)
Questa elegante pianta da interno, dalle ampie foglie verdi screziate di bianco, priva di fiori, è provvista di una spiccata azione irritativa e caustica per contatto. Se le foglie sono masticate si determina una intensa sensazione di bruciore in tutto il cavo orale con possibile edema delle strutture del retro-bocca e possibile difficoltà respiratoria. Una delle reazioni tossiche è l’azione caustica per contatto
Una curiosità: il nome di questa pianta, originaria del Sudamerica, deriva dal botanico tedesco nel 1800. Ai tempi della schiavitù veniva chiamata “pianta del silenzio” perché i negrieri, per punire gli schiavi e ridurli al silenzio, li costringevano a masticare foglie e steli, provocando loro gonfiori ed infiammazioni.

Filodendro (Philodendrum spp.)
È una delle più comuni piante da appartamento. Dai piccioli delle foglie rilascia una sostanza lattiginosa bianca piuttosto tossica, che può causare gravi irritazioni alla cute e agli occhi e, se ingerita, tumefazione della lingua e soffocamento.

Ginestra (Spartium junceum)
può costituire un pericolo mortale e la sintomatologia si manifesta con disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), crisi convulsive, stato comatoso che può giungere alla morte. Se si raccolgono i rami fioriti della pianta, non bisogna portare le mani alla bocca prima di essersele lavate accuratamente.

Gelsomino (Gelsemium sempervirens)
Tutta la pianta è velenosa. Può determinare incoordinazione dei movimenti, disturbi della vista, secchezza delle fauci, difficoltà di deglutizione, debolezza muscolare, crisi convulsive, insufficienza respiratoria.

Glicine (Wistaria sinensis nuttal spp.)
Il glicine è una pianta rampicante dal fusto legnoso con fiori viola, bianco o porporino di un delicato profumo. Il nome Glicine deriva dal greco glukos= “dolce”, per il succo vischioso e dolciastro dei suoi fiori, molto appettito dalle api.
Le parti tossiche della pianta sono le radici, la corteccia ed i semi. In caso di ingestione i primi sintomi sono simili a quelli di una gastroenterite: vomito e dolori addominali con diarrea, congestione del volto e dilatazione pupillare.

Mughetto (Convallaria majalis)
Sono tossici i fiori, le foglie, i frutti (bacche rosse). E´ una pianta di grande pericolosità e il suo avvelenamento può essere mortale; deve esser posta attenzione anche al semplice contatto. Dolori addominali, salivazione, nausea, vomito, disturbi cardiaci rappresentano la sintomatologia; il quadro clinico, successivamente, evolve verso il coma e quindi la morte.

Oleandro (Nerium olenader)
È un arbusto diffusissimo che si ritrova, di frequente, ai margini delle strade come pianta ornamentale, ma anche nei giardini. Ha rametti, foglie e fiori che contengono un potente veleno; l´ingestione di una sola foglia può uccidere un adulto.
Anche il cibo cotto alla griglia con un fuoco di legno di oleandro può rilevarsi velenoso.

Ranuncolo bianco o anemone di bosco (Anemone nemorosa)
È una pianta ornamentale con fiori piccoli e bianchi. Tutte le sue parti sono altamente velenose e possono causare irritazione locale, depressione respiratoria e cardiocircolatoria.

Ricino (Ricinus communis)
Il Ricino è una pianta a fusto eretto ed è noto per i suoi semi fin dall’antichità. Il nome deriva dal latino ricinus = zecca, per la somiglianza dei suoi semi con questi insetti.
Molto frequentemente, i suoi semi vengono confusi con i fagioli "borlotti". L´ingestione di pochi di essi (2-3) è sufficiente a provocare la morte. La sintomatologia si manifesta con disturbi addominali, vomito e diarrea, aumento della temperatura cutanea, embolia, emorragie intestinali, ridotta emissione di urine. Si instaurano anche disturbi del ritmo cardiaco e spasmi tetanici.

Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima)
Di questo bellissimo fiore è molto velenoso il succo lattiginoso che fuoriesce dal gambo. La sostanza può essere pericolosa sia per ingestione che per contatto cutaneo e soprattutto con gli occhi; occorre quindi molta attenzione nell´accudire la pianta.
I sintomi da avvelenamento sono un’azione caustica locale per ingestione (tutta la pianta), bruciore, lesioni ulcerose. Inoltre provoca vomito, diarrea, dolori addominali, alterazione della funzione circolatoria, delirio e collasso.

Vischio (Viscum album)
Il Vischio è una pianta arbustiva, semiparassita. La diffusione dei semi di vischio è affidata agli uccelli che si nutrono delle bacche. La pianta, riprende antiche usanze nordiche, viene considerata propiziatrice e augurale.
Tutte le sue parti sono tossiche per ingestione; particolarmente pericolose le bacche, per la loro capacità di attrarre i bambini. La tossicità dipende dall´alto contenuto di una sostanza, la viscumina (che provoca l´agglutinazione dei globuli rossi) e dalla presenza di altre tossine. I sintomi sono quelli di una gastroenterite che insorge una decina di ore dopo l´ingestione ed è accompagnata da vomito, sete intensa, bradicardia, ipotensione, collasso, dilatazione delle pupille e visione doppia.