Dalla Grecia all´Italia: orti urbani contro la crisi

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Dalla Grecia all´Italia: orti urbani contro la crisi
L’orto diventa un’occasione per sconfiggere la recessione e trovare lavoro, salvando il territorio 

Stanno nascendo ovunque, in tutte le più importanti città della Grecia. Gli orti urbani sono diventati una delle più concrete opportunità per tirare fuori il Paese dalla recessione, dare occasioni di lavoro e di reddito ai disoccupati, combattere il carovita.

A Salonicco, per esempio, l’amministrazione comunale ha affidato ad associazioni e cooperative alcuni spazi pubblici non più utilizzati: una caserma dismessa, ex aree industriali e perfino il tracciato di una linea ferroviaria chiusa. Qui adesso si coltivano frutta, ortaggi e verdura: prodotti che poi vengono venduti a prezzi calmierati nei mercati locali dove, dall’inizio della Grande Crisi, il costo della spesa non fa altro che crescere.

Ad Atene, invece, è stata data in concessione ai privati per l’orto urbano l’area dell’ex aeroporto, Ellinikon, che in un primo momento doveva diventare un parco pubblico ma rischiava solo di trasformarsi in una zona di degrado e di abbandono urbano.

Una bella lezione, dunque, arriva dalla Grecia, uno dei paesi europei più colpiti dalla recessione: l’orto urbano non è solo un nuovo stile di vita, ma anche una risposta alla nuova povertà dei cittadini.

 

 

In Italia è boom di orti urbani. Dal Nord al Sud del paese aumentano ogni giorno di più i cittadini che coltivano da soli frutta e verdura

Mai così tante aree verdi sono state destinate a orti pubblici nelle città dove, secondo la Coldiretti, si è raggiunto il record di 1,1 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo.

A Bologna gli orti urbani si sono addirittura trasformati in cooperativa di coltivatori e consumatori: iniziativa unica in Italia, la realtà auto organizzata si chiama Arvaia e gestisce circa 3 ettari di terreno a Borgo Panigale. Per ora sono 100 i soci fruitori e 3 i lavoratori a tempo pieno.

A Milano in via Chiodi, dove fino a poco tempo fa c’era un terreno non edificabile rimasto inutilizzato per anni e destinato ad essere inglobato nel vicino parco pubblico, oggi ci sono tanti orti privati urbani. All’inizio vi erano solo 10 appezzamenti, oggi dopo dieci anni sono circa 180: 220 famiglie sono invece in lista d’attesa ad aspettare che si liberi un posto.

Le famiglie, per il proprio orto, pagano 1 euro al giorno, 360 euro l’anno, Iva compresa, una cifra che è il doppio rispetto a quella dei comuni orti comunali ma che rispetto a questi comporta numerosi vantaggi: “gli orti comunali sono destinati unicamente ai pensionati. Io non valuto le tue caratteristiche, se sei ricco o povero, mentre gli orti comunali vanno in genere ai redditi bassi. Da noi c’è tanto verde intorno all’orto, un po’ di prato per i bambini, e un po’ di prato per il pic nic della domenica. I nostri lotti sono più grandi e comodi. Gli orti comunali sono per gli anziani, i miei sono anche per le famiglie e i giovani”, spiega Claudio Cristofani, l’imprenditore più green di Milano.

Gli orti privati di via Chiodi pertanto non solo un modo per mangiare sano risparmiando sui costi della spesa ma sono anche un vero e proprio stile di vita.

Possedere un orto cambia le proprie abitudini, i propri gusti alimentari, il proprio rapporto con la natura e l’ambiente. Gli orti sono inoltre un luogo di condivisione sociale: la domenica spesso, a via Chiodi, si organizzano delle grandi tavolate che riuniscono gli ortolani del quartiere.

 

Quello dell’orto urbano è una pratica già diffusa da tempo nelle principali città europee ma che a poco a poco si sta facendo spazio ovunque anche in Italia.

In particolare, sarebbero 21 milioni gli hobby farmer italiani che si dedicano regolarmente o saltuariamente alla cura del proprio orto.

Un fenomeno importante perché le coltivazioni concorrono a risanare alcune aree della città altrimenti tristemente destinate all’abbandono e al degrado.

C’è un orto urbano nel 44 per cento dei comuni italiani capoluoghi di provincia con una netta prevalenza al Nord Ovest del paese dove sono il 72 per cento quelli che hanno previsto un orto condiviso.

Una tendenza che, come rileva la Coldiretti, si accompagna anche ad un diverso uso del verde privato: aumenta il numero di giardini, terrazzi e balconi verdi.

 

   E voi, avete già pensato al vostro orto da coltivare sul terrazzo o in giardino?